Coronavirus e modifiche ai codici Ateco del Dpcm 22 marzo 2020
Dopo una lunga trattativa con i sindacati, che contestavano l’eccessiva numerosità delle attività lavorative ammesse a proseguire, il Ministero dello Sviluppo Economico ha modificato l’elenco delle attività di cui all’allegato 1 del DPCM 22/03/2020, sostituendolo con l’allegato 1 del Decreto Mise del 25 marzo 2020, che qui pubblichiamo.
Restrizioni Coronavirus: prorogate fino al 13 aprile. Decreto in Gazzetta
Il 1° aprile in diretta nazionale il Presidente Conte ha confermato che, le restrizioni messe in atto fino ad ora, dureranno almeno fino al 13 aprile prossimo. Il testo del DPCM è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 88 del 2 aprile 2020
Decreto Cura Italia e sospensione polizze assicurative
Visti i fermi stabiliti dal Governo a causa della emergenza sanitaria da Corona virus è stato necessario con il DL n 18 del 17 marzo scorso, trattare anche l’argomento polizze assicurative obbligatorie sulla responsabilità civile. Come è noto, la polizza per la RC auto e moto è obbligatoria anche in caso di veicoli solo parcheggiati in strada e non utilizzati.
Detto questo, sappiamo inoltre che la legge consente 15 giorni di tolleranza dalla scadenza della polizza stessa (periodo entro il quale è possibile continuare a circolare e, anche in caso di incidente, si è comunque coperti dall’assicurazione).
Entro i suddetti 15 giorni il proprietario del veicolo potrà provvedere regolarmente al rinnovo.
Il Decreto Cura Italia ha previsto una proroga di ulteriori 15 giorni rendendo il periodo utile per il rinnovo e la circolazione regolare, ad un tempo di 30 giorni totali.
L’estensione a 30 giorni della copertura assicurativa prevista dal decreto Cura Italia è valida fino al prossimo 31 luglio 2020.
Reddito d’emergenza Coronavirus: ecco a chi spetta
L’emergenza da Covid 19 ha costretto i sindaci e le associazioni del terzo settore oltre che migliaia di volontari ad intervenire d’urgenza per far fronte ai fabbisogni alimentari di tutti quelli che venivano accolti dai centri diurni e mense sociali chiusi dalle restrizioni salva contagi.
Da qui la decisione del Governo di scongelare sabato scorso il fondo di solidarietà per i comuni andando ad offrire liquidità agli stessi per fronteggiare la crisi nella crisi.
Il fondo di 4,3 miliardi di euro reso ieri disponibile e i 400 milioni da ordinanza della Protezione Civile costituiscono delle “anticipazioni” poiché occorrerà l’autorizzazione del Parlamento sull’extradeficit.
Si tratta di provvedimenti d’urgenza che andranno poi strutturati con il decreto di aprile atteso per la prossima settimana che chiarirà il modus operandi anche dei Comuni che per il momento stanno attivandosi, attraverso i buoni spesa e la distribuzione alimentare diretta, da nord a sud con iniziative di prima azione basate sulla conoscenza del territorio e delle realtà più a rischio.
Il decreto dovrà occuparsi di rifinanziare gli ammortizzatori sociali e allargarli anche a quei lavoratori saltuari che dovrebbero appunto percepire un “reddito di emergenza”
Il Mef sta ipotizzando di erogare un sussidio di importo presumibile tra i 400 e i 500 euro, corrisposto per due mesi, che non avrà però nulla a che vedere con il reddito di cittadinanza.
Il reddito di emergenza sarebbe proprio per coloro i quali non hanno potuto lavorare, anche se in modo saltuario, a causa dei blocchi da covid 19.
Nel dettaglio i saltuari, una platea di lavoratori stimata intorno a 2 milioni di persone, sarebbero gli stagionali, gli addetti a termine non rinnovati, le colf e badanti, non inclusi nelle misure del Decreto Cura Italia.
Il reddito d’emergenza sarà con molta probabilità percepito in base a dei precisi requisiti già al vaglio del ministero:
- l’indicatore ISEE
- un tempo minimo di lavoro svolto nel 2019
- la contrazione del reddito nei primi mesi del 2020
- potrà essere in contanti o sotto forma di pagamento bollette o affitti
Si stima che verranno messi a disposizione 1 o 2 miliardi di euro per coprire questo intervento.
Il ministero precisa che comunque il reddito di emergenza dovrà essere collegato anche a misure di successivo accompagnamento al lavoro.
Il decreto di aprile dovrebbe contenere anche provvedimenti generalizzati in merito alla sospensione dei tributi locali per dare respiro a imprese e famiglie con uno stop per legge che bloccherebbe l’acconto IMU di giugno e le prime rate della Tari.
Coronavirus: sospensione e differimento degli adempimenti e dei versamenti dei premi Inail
L’Inail, con circolare n. 11 del 27 marzo 2020, che integra la circolare n. 7/2020, ha fornito le istruzioni operative per la sospensione dei termini relativi agli adempimenti e ai versamenti dei premi assicurativi previsti dal D.L. 18/2020.
COVID-19: gli accordi regionali per la cassa integrazione in deroga
L’articolo 22, D.L. 18/2020, ha previsto la possibilità di riconoscere da parte di Regioni e Province autonome una cassa integrazione in deroga per sospensioni o riduzioni di orario in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 per tutti i datori di lavoro del settore privato per i quali non trovino applicazione le tutele previste dalle vigenti disposizioni in materia di sospensione o riduzione di orario, in costanza di rapporto di lavoro.
Il Ministero del lavoro, di concerto con il Mef, con Decreto 24 marzo 2020, ha provveduto a ripartire le risorse sulla base del numero potenziale dei lavoratori beneficiari delle integrazioni salariali in deroga. Nel caso di crisi che coinvolgano unità produttive del medesimo datore di lavoro site in 5 o più Regioni o Province autonome sul territorio nazionale, ai fini del coordinamento delle relative procedure, il trattamento di Cigd è riconosciuto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per conto delle Regioni interessate. Infine, viene stabilito che la Cigd prevista dal D.L. 18/2020 è aggiuntiva rispetto ai periodi di cassa in deroga previsti inizialmente dal D.L. 9/2020 (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna): le Regioni possono autorizzarli, con un unico provvedimento di concessione, per un periodo complessivamente non superiore alle 13 settimane.
Si segnala che l’accordo per la Cigd è stato sottoscritto anche dalla Provincia autonoma di Bolzano e dalla regione Basilicata.
Nella tabella che segue si riportano le intese e gli accordi regionali sottoscritti: