E’ in corso di discussione al Senato la legge  che dovrebbe istituire l’Assegno Unico per i figli a carico fino a 21 anni,  già a partire dal mese di luglio 2021, ma per l’operatività saranno necessari i decreti attuativi ministeriali.

L’ importo  previsto  va da un minimo di 40  euro mensili in quota fissa a 200 euro per chi è sotto la quota ISEE di 13mila euro di reddito, per i figli da 0 a 18 anni, aumentati del 20% per i figli successivi al primo. Gli importi si dimezzano per i figli ancora a carico dai 18 ai 21 anni.

L’intenzione è quella di  riordinare e potenziare le, parziali misure di sostegno alla famiglia già esistenti  (Detrazioni, Assegni familiari, Bonus bebè, Voucher asili nido,  Bonus mamma domani)  per dare vita  a una misura unica più gestibile e che accompagni con un sostegno economico  le famiglie fino alla maggiore età dei figli.

Verrebbero utilizzate le risorse già destinate a:

  • detrazioni fiscali per  i minori  (12 miliardi l’anno),
  • assegni al nucleo familiare  INPS  al lavoro dipendente (4,6 miliardi),
  • fondo di sostegno alla natalità gestito dalla Consap (23 milioni),
  • bonus bebè e premio alla nascita (400milioni di euro annui).

 

In futuro se sarà approvato l’assegno Unico:  chi ci guadagna e chi ci perde?

1. Secondo l’ISTAT  la riforma dell’assegno Unico determinerebbe un incremento di reddito per il 68% delle famiglie , tra cui in particolare quelle:

  • dei lavoratori autonomi che  oggi non percepiscono gli ANF
  • di coloro che non raggiungono la soglia per la capienza delle detrazioni fiscali

2 . Per il 2,4% dei genitori non cambierebbe nulla,

3. Per ben il 29,7 % si avrebbe invece un peggioramento a livello di aiuti. In particolare risulterebbero  danneggiati:

  • i nuclei familiari con figli over 21 a carico dei genitori che resterebbero esclusi  sia dall’assegno unico  che dalle attuali detrazioni
  • le famiglie particolarmente numerose in quanto  la scala di equivalenza dell’Isee che dal quarto figlio  attribuisce valori in proporzione inferiori
  • le coppie di fatto  che oggi per il calcolo degli Anf possono computare il solo reddito del richiedente mentre passando all’Isee dovrebbero considerare i redditi di entrambi i genitori.
  • le famiglie con redditi e patrimoni elevati.