Ricordiamo che le principali tipologie di welfare aziendale sono fondamentalmente tre:
- welfare di contratto
- welfare di produttività
- welfare Puro
- On Top
- Premiale
e non sono soluzioni alternative, ma le aziende possono decidere di avvalersi di più di una nel proprio piano di welfare.
Welfare previsto nel CCNL di riferimento.
Riguarda solitamente le soluzioni più semplici, rese obbligatorie dal contratto nazionale di settore, chiamate anche “flexible benefits” (buoni spesa, buoni carburante, ecc.)
Welfare da premio di risultato (o di produttività).
Il Welfare da premio di risultato consente di convertire in parte o totalmente il “premio di risultato” (PdR) in welfare aziendale. Necessita di accordi bilaterali (sindacali o territoriali) legati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione, ma subisce un limite legato a determinate condizioni, ovvero è convertibile fino ad un massimo di 3.000,00 euro e se il soggetto ha avuto un reddito dell’anno precedente inferiore o uguale a 80.000,00 euro
Welfare Puro (Premiale o On Top)
È la soluzione più flessibile, dedicata a categorie omogenee di lavoratori, è
- “On Top”, ossia in aggiunta alla retribuzione;
- “Premiale” perché è possibile legarlo ad obiettivi aziendali come ribadito dalla risoluzione dell’Agenzia delle Entrate 55/E del 2020, in questo caso non è soggetto a limiti di ammontare, come invece il Welfare da premio di risultato.
Per entrambi i casi è necessario un regolamento aziendale unilaterale.
I servizi di welfare puro per essere esclusi dalla base imponibile devono essere offerti o erogati a tutti i dipendenti o a loro categorie omogenee.