Con un comunicato stampa diffuso ieri, l’Inps torna sull’aumento dell’aliquota contributiva per il finanziamento della Dis-coll a carico di alcuni soggetti iscritti alla gestione separata. Si tratta di coloro che percepiscono compensi da rapporti di collaborazioni coordinate e continuative, di chi percepisce emolumenti agganciati a dottorati di ricerca, assegno e borsa di studio, nonché degli amministratori, dei sindaci e dei revisori. Per tali figure, a seguito di modifiche introdotte dalla legge di bilancio 2022 alla disciplina della Dis-coll, l’aliquota contributiva di finanziamento della relativa prestazione è aumentata dello 0,80%, passando dallo 0,51% (misura in vigore sino al 31 dicembre 2021) all’1,31% (al netto del contributo dello 0,30% dovuto al Fondo di rotazione o ai Fondi interprofessionali per la formazione continua). Per effetto di tale incremento, l’aliquota complessiva passa dal 34,23% al 35,03% dal 1° gennaio 2022. L’Istituto, con la circolare 25/2022, ha già diffuso le istruzioni sul punto. Visto che le regole applicative sono giunte dopo l’elaborazione dei prospetti di compenso di gennaio 2022, molte aziende non sono però riuscite ad adeguare per tempo la relativa contribuzione. Per questo motivo l’Inps, nella circolare, ha concesso alle aziende il canonico periodo di tre mesi per regolarizzare (delibera 5/93). Ora i tecnici dell’Inps specificano che le procedure stanno per essere adeguate a ricevere i flussi con la nuova aliquota, ma precisano che i datori di lavoro potranno lasciare, all’interno dell’Uniemens, la percentuale precedente. La misura del contributo sarà automaticamente aggiornata dalle procedure informatiche dell’Inps. Il comunicato stampa non si sofferma sui tecnicismi dell’operazione. Si può, comunque, ipotizzare che, dopo aver controllato e inoltrato il flusso, una procedura rettificherà i contributi dovuti e che la differenza rispetto a quanto versato dall’azienda sarà visibile nel cassetto previdenziale per i committenti, i quali potranno versarla senza oneri aggiuntivi entro il 16 maggio 2022 (terzo mese successivo a quello di pubblicazione della circolare 25/22). Per quanto sia apprezzabile la sensibilità dell’Inps, va detto che ciò difficilmente eviterà alle aziende di eseguire un ricalcolo. Vanno, infatti, tenuti in debito conto due elementi e cioè che un terzo dell’aumento è a carico dei prestatori e, inoltre, che l’architettura attuale delle procedure utilizzate dai committenti e dai consulenti prevede che i dati destinati a popolare il flusso UniEmens transitino obbligatoriamente attraverso il prospetto di compenso. Prendere visione della differenza dovuta (nel portale Inps), potrà essere d’ausilio, al committente, per verificare che la procedura utilizzata non abbia errato i calcoli.